design strategico / Orografie

Progettare una funzione e non per una funzione: questo ci hanno insegnato i maestri. Perché
per progettare una forma nuova bisogna partire da prima della forma stessa. Bisogna iniziare
dalla funzione.
Ma se le forme fossero divenute infinite e le funzioni avessero raggiunto una stratificazione tale per cui non si riuscisse più a percepire altro che confusione? E se anche la pausa, il silenzio, la cesura non fossero più sufficienti a ripulire?
Sentiamo il bisogno di un’attenzione diversa, di capire quali funzioni siamo, quali azioni ci rappresentano. Siamo ormai animali anfibi, sia digitali che analogici, e abbiamo bisogno di attrezzature che rispecchiano questa natura complessa.
Abbiamo necessità di imparare una nuova dedizione per gli oggetti che ci circondano, perché senza questa cura non riusciamo a vederli, sentirli, amarli. E questo è abbastanza vitale, considerando che i buoni oggetti sono come gli alberi in salute: se preservati, essi ci sopravvivono e continuano un racconto di cui abbiamo fatto parte, ma che è più grande di noi e va oltre il qui e ora. La qualità è l’unica vera garanzia di permanenza che abbiamo.
Sarebbe bello allora pensare a oggetti che affiorano da una superficie piana, che, come montagne emerse dal mare, nascano per aiutarci nelle azioni quotidiane, ma anche per insegnarci un rispetto diverso. Allora le funzioni potrebbero prendere il valore di rituali quotidiani, le forme divenire compagne di vita, i gesti essere generatori di forze istintive e potenti.

Domitilla DARDI